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Due Partite

Buongiorno a tutti!

Oggi piccola trasgressione… invece di parlare di musica, vi parlerò di uno spettacolo teatrale a cui ho assistito la scorsa settimana.

Si tratta di “Due partite”, commedia di Cristina Comencini con la regia di Paola Rota, che rivive sul palcoscenico grazie a 4 famose attrici italiane: Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Giulia Bevilacqua.due-partite-minaccioni-guzzanti-michelini-bevilacqua

La storia è divisa in due parti, quella inziale è ambientata negli anni ’60.
Le quattro donne si ritrovano in un salotto per giocare a carte come ogni settimana.
Tre di loro sono già madri e infatti durante la partita lasciano le loro figlie a giocare alle“signore” nella stanza accanto, la quarta (Giulia Michelini) è incinta.
Ognuna di loro racconta alla donna in dolce attesa le gioie e i dolori dell’essere madre e moglie, le cose che cambiano quando si ha un figlio, come muta il rapporto di coppia, le insoddisfazioni nei rapporti con i mariti e per una di loro tre, anche la storia con un amante.DuePartite_670x280.jpg

La conversazione scorre veloce come un flusso di coscienza, che passa in un attimo dal comico al drammatico e viceversa.

Nella seconda parte, le donne che prima erano madri diventano le figlie ormai cresciute, che in occasione del funerale della madre del personaggio interpretato da Giulia Michelini, si ritrovano nello stesso salotto, ormai arredato in modo più moderno, a continuare la conversazione.
Si accorgeranno che seppur avendo vite in parte diverse e opposte da quelle delle madri, non sono poi così differenti, ma anzi vicine.
Le figlie che per anni hanno ascoltato le conversazioni delle loro madri, adesso si ritrovano nella stessa situazione, con gli stessi dubbi e gli stessi problemi. Come ripetono le attrici più volte: “Non se ne esce”.39-foto-due-partite-1180x650

L’opera si conclude con la lettura di una lettera scritta dal padre della Michelini alla madre quando si erano conosciuti.
La lettera che a primo ascolto può sembrare una bellissima dedica d’amore, in fondo evidenzia quelle che negli anni ’60 e purtroppo ancora adesso sono le disuguaglianze tra l’uomo e la donna, definendo i due generi come “rette parallele”, che come tutti sanno, non si incontrano mai.
E’ l’incomunicabilità tra i due sessi che porta alla fine alcuni dei matrimoni delle protagoniste.

La speranza e la morale della storia è che si possa trovare un punto in comune tra l’uomo e la donna, e che si riesca a parlare apertamente con il proprio partner senza paure e rimpianti.
Far diventare finalmente quelle rette parallele delle rette perpendicolari.

Con me l’appuntamento è a mercoledì prossimo!
El.

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